mercoledì 25 gennaio 2023

Domande frequenti

1. La Via delle Melisse di Brigit-Belisama è lo stesso percorso o è collegato in qualche modo con il Priestess/Priest of Brighde-Brigantia training in Avalon di Marion Brigantia?

La risposta è no. Si tratta di due percorsi diversi, frutto di due persone differenti e di due esperienze di vita distinte. E' possibile che ci siano dei punti in comune, perché lavoriamo con la stessa Dea, percependola nella sua vastità e complessità, e condividiamo gli stessi valori e l'utilizzo della Ruota come strumento di esplorazione e mappa lungo il viaggio, ma per il resto si tratta di due offerte uniche ed entrambe valide. 
Mi sono formata come Sacerdotessa presso il Tempio della Grande Dea di Roma e la mia insegnante, Maya Vassallo Di Florio, è sia Sacerdotessa di Afrodite che di Avalon, per cui ho appreso da lei alcuni strumenti e valori tipici della Spiritualità della Dea e della Tradizione Avaloniana, ai quali mi ispiro con rispetto, correttezza e amore, ma che mi impegno a non copiare. 
La Via delle Melisse di Brigit-Belisama è il risultato di tanti anni di cammino intimo con la Dea. Al suo interno ho fatto confluire tutta la mia esperienza, il mio sentire e il mio sapere, non solo relativo alla Spiritualità della Dea, ma anche al Druidismo, al Celtismo, alla Magia Naturale e al Neo-paganesimo. Questo percorso è il mio dono per il mondo, il mio modo di portare la Sua Fiamma nella vita delle altre persone e di manifestare quella che sento essere la mia Missione dell'Anima.
Ho avuto il grande piacere di incontrare Marion Brigantia durante un suo workshop a Roma e la stimo molto sia come donna che come Sacerdotessa, infatti la cito spesso e consiglio i suoi corsi, così come nomino di frequente tutte le persone con cui ho lavorato, che mi hanno insegnato qualcosa e che reputo di valore. Non è infrequente che chi percorre il percorso delle Melisse poi decida di seguire anche quello di Brighde-Brigantia, oppure che frequenti i meravigliosi workshop di Marion Brigantia, e viceversa. 
Se siete interessate/i a conoscere Brighde-Brigantia nella Tradizione di Avalon vi suggerisco di rivolgervi direttamente a Marion Brigantia, o a Ilona Pieragostini che insegna questo percorso in Italia, entrambe sono facilmente reperibili sui social. Per i workshop di Marion Brigantia, invece potete contattare Sarah Perini del Tempio della Dea di Torino.

2. Cosa c'entra Brigit con l'Italia? Perché non è strano che una persona italiana senta un richiamo così forte e un amore così sconfinato per questa Dea al punto da scegliere di dedicarsi a Lei?

Brigit è una Dea celtica, probabilmente molto più antica, il cui culto era diffuso in un'area molto ampia che comprendeva le Isole Britanniche, la Francia, l'Austria, Il Portogallo, la Spagna, la Scandinavia, la Svizzera e, udite udite, l'Italia. Tantissime sono le varianti del suo nome e numerosi i toponimi che ricordano la Sua presenza. 
In Italia era conosciuta come Belisama, Belena, Briga, Braida, Brigantia, Bria, Brixia e numerosi sono i luoghi che portano il suo nome (sul blog dell'Alveare di Brigit-Belisama trovate un elenco che viene costantemente aggiornato). Fu sincretizzata dai Romani con Minerva e Caelestis e aveva dei punti di contatto con Vesta, Diana, Reitia e le Matronae.
Non è da escludere che il suo culto sia arrivato anche nel meridione d'Italia attraverso scambi commerciali con le popolazioni celtiche, oppure attraverso l'esercito romano e le deportazioni forzate di genti del Nord nelle terre del Sud. Non è difficile ipotizzare una sorta di sincretizzazione o ibridazione culturale e religiosa, infatti i popoli italici, soprattutto quelli dell'Appennino, avevano molte cose in comune con le popolazioni celtiche della Gallia.
Brigit è una Dea estremamente amata, che esercita un fascino e un'attrazione incredibile, la sua voce è come il canto di una sirena, irresistibile. Attualmente infatti il suo culto, che ha la particolarità di essere anche interreligioso tramite la figura di Santa Brigida d'Irlanda, si sta espandendo a macchia d'olio e non tocca solo il continente Europeo, ma anche quello Americano e Australiano, continuando a crescere. 
Non c'è nulla di strano in questo, perché Lei è ovunque e non è mai andata via. Nel corso della storia i popoli hanno sempre portato con sé le proprie divinità, che mutavano nello spazio-tempo, conservando però la propria natura, ed è per questo che non ha senso parlare di confini territoriali quando si parla del divino.
Al di là di questo, io credo fermamente che ognuna e ognuno di noi porti dentro di sé non solo un'eredità biologica, che ci collega ad una famiglia e ad un luogo specifico in questa vita e in questo corpo, ma anche un'eredità animica che ci collega ad una famiglia di Anime e ad un lignaggio spirituale, che se siamo in cammino, ad un certo punto ci richiamerà a casa. 
E in definitiva, siamo tutte e tutti connessi e proveniamo dalla stessa Fonte, le divisioni sono solo illusorie e frutto della nostra mente frammentata.
Nella nostra epoca Brigit sta emergendo con forza nelle coscienze, perché rappresenta la Luce del nuovo Mondo, la spinta al cambiamento, il Ponte che unisce, l'energia di cui abbiamo disperatamente bisogno ora.

3. Cos'è l'Alveare di Brigit-Belisama e come è strutturato?

L'Alveare di Brigit-Belisama è uno spazio sacro dedicato alla Dea, nato nel 2019. Non è di per se una struttura fisica, almeno per il momento, ma rappresenta l'insieme delle persone che ne fanno parte, una comunità che condivide gli stessi valori e la stessa visione del mondo, oltre che l'amore profondo per questa Dea. L'Alveare di Brigit-Belisama è nei cuori delle sue Melisse, delle sue Sacerdotesse e Sacerdoti, delle Figlie e dei Figli della Fiamma della Dea ed è quindi ovunque esse/i si trovino. L'Alveare è un'espressione simbolica del Tempio, che è il fulcro della Comunità (matriarcale) della Grande Madre, rappresentata dall'Ape Regina e dall'Alveare stesso come Grembo di Vita e Rete dell'Esistenza collettiva. L'Alveare è l'Anima di Gruppo che chiamiamo Dea, o Madre. Tutta la comunità dell'Alveare è composta dalle/i sue/i figlie/i e dalle sue Melisse/Sacerdotesse, che operano congiuntamente, come molecole del Suo stesso corpo, per curare, nutrire e sostenere le piccole larve e l'intera Comunità. 
L'Alveare di Brigit-Belisama è composto dalle Figlie e dai Figli della Dea, che si sono formati seguendo il percorso annuale della Ruota; dalle Api Scintilla, che svolgono il ruolo di Custode della Fiamma Sacra; dalle Api Ancelle che offrono il proprio servizio di assistenza, cura e nutrimento alla Comunità; dalle Api Artiste che sostengono l'Alveare con la propria Arte e i propri doni; dalle Api Guardiane, che si occupano del supporto e custodia dell'Alveare, compreso il lavoro tecnico e informatico e produzione di contenuti per la condivisione sui social e sul blog. 
Ci sono poi le Melisse, che si sono formate nei primi due anni del percorso sacerdotale, che possono svolgere tutti i ruoli precedenti e in più sono Custodi del Pozzo Sacro e del Focolare, Cerimonialiste, Oracoli, Esploratrici/Viaggiatrici, Streghe verdi e Guaritrici dell'Alveare. Chi ha concluso la Seconda Spirale del percorso può anche diventare Melissa Nutrice, ossia mia assistente nell'insegnamento e Melissa Costruttrice, ovvero creatrice di un Focolare di Brigit-Belisama nella propria terra dove poter offrire i propri servizi sacerdotali appresi durante l’anno, organizzare gruppi di custodia di Api Scintilla, cerimonie, piccoli corsi formativi e introduttivi alla Tradizione Brigidina dell’Alveare e cerchi di pratica. 
Infine, ma non per importanza, ci sono le Sacerdotesse e i Sacerdoti di Brigit-Belisama, che hanno completato la formazione triennale e possono scegliere la strada dell'Insegnamento, creando percorsi, corsi, seminari e laboratori; oppure possono diventare Anam Cara, ossia tutor di chi sta percorrendo la Via delle Melisse, o guide di chi sta camminando la Ruota annuale della Dea. Un-a Sacerdote-ssa può anche decidere di sciamare e diventare Madre o Padre di un nuovo Alveare/Tempio, creando una rete di collaborazione e onorando le radici del lignaggio di provenienza. L’Alveare/Tempio è collegato all’Alveare centrale, ma ha una propria individualità e indipendenza.

4. Cosa c'entrano le Api con Brigit e con i Celti? Perché la scelta del termine Melissa?

Le api sono creature meravigliose, da sempre ritenute sacre e il miele considerato alimento divino dalle immense qualità. Anche nella tradizione celtica, erano ritenute messaggere divine, accompagnatrici delle anime, espressione di regalità, rigenerazione, nutrimento, vita e protezione, simbolo di devozione, magia, alchimia, fertilità e amore, il loro ronzio era considerato il suono della Creazione, il canto dell'Universo. Le api erano anche simbolo di ispirazione, arte e conoscenza, portatrici di guarigione e ordine, conoscitrici della geometria sacra che alla base della vita. 
Creature così come possono non essere sacre a Brigit?
I Celti consideravano le api messaggere degli dèi, simbolo di perfezione, saggezza e immortalità dell'anima, in quanto in possesso di una conoscenza segreta derivante direttamente dall'Altromondo, creature associate alla conoscenza del futuro, all'oracolo e all'ispirazione divina. Nella tradizione celtica le api erano infatti legate alla Terra d'Estate, la Sacra Isola dell'Altromondo, la mistica Avalon, dove, secondo una leggenda diffusa a Glastonbury (UK), Brigit possedeva un meleto a cui le api viaggiavano per ottenere un nettare magico e da cui ritornavano portando con sé la saggezza dello Spirito nel mondo. Brigit è dunque Signora delle Api. Questo aspetto di Brigit passò, durante la cristianizzazione, a Santa Gobnait. Possiamo vedere il legame tra le api e Brigit anche nel riferimento ad un giuramento delle suore di Kildare fatto a Santa Brigida, in cui promettevano di prendersi cura delle sue api. 
Le antiche leggi druidiche irlandesi, note come le Leggi di Brehon, proteggevano le api e gli alveari e sull’isola di Man rubare api era considerata un’offesa capitale.
L’alveare stesso, era il simbolo di una comunità ideale e questa immagine di perfezione era riproposta nelle tombe-alveari o nelle camere iniziatiche. Alcuni esempi di queste strutture li possiamo trovare a Newgrange e a Dowth in Irlanda, terra celebrata proprio per l’abbondanza di miele.
Molti sono i riferimenti alle api nella mitologia e folklore celtico.
Ad esempio, nella tradizione gallese troviamo un’arpa conosciuta come Teillin, abbreviazione o forse corruzione di an tseillean cioè “un’ape”. In una delle più antiche triadi bardiche gallesi, le Trioedd Ynys Prydein, si racconta che uno dei nomi dell’Isola di Prydein fu ‘Isola del Miele‘, sottolineando così l’importanza di questa sostanza.
Nell'antichità le Sacerdotesse dei Templi di Artemide, Afrodite, Demetra, Cibele, Rea e Gea erano chiamate Melissae, anche la Pizia era conosciuta come "l'ape delfica". Il termine deriva dal greco meli, “miele” e significa letteralmente “colei che è datrice di miele”, “colei che offre il miele”, era chiamata così l'ape mellifera. La Grande Madre portava il titolo di Melissa, in quanto Ape Regina, Signora dell'Alveare, rappresentazione simbolica del Tempio e la comunità a Lei devota. Alcune fonti classiche ci dicono che Melissa era un titolo d'onore, conferito a chi mostrava grande devozione e lavoro al servizio della Dea. Oggi anche le Sacerdotesse di Brigit reclamano il titolo di Melissa riconoscendo in Lei la Signora delle Api, Regina dell'Alveare e impegnandosi a portare nel Mondo il Suo nettare di ispirazione, guarigione, nutrimento, creatività e saggezza, elisir di vita e rigenerazione. Tra l'altro, anche se culturalmente diversi, i Celti ebbero molti contatti con i Greci, lo stesso nome "Celti" deriva dal greco "Keltòi", che in latino diventò "Celtae".
Infine, l'ultima motivazione, non meno importante per me, è legata alla mia prima dedicazione a Brigit che è avvenuta all'interno dell'Order of Brighid's Melissae, nel 2013, sotto la guida di Anthea Gossamer Moon, che è stata la mia prima insegnante nel mio lungo e variegato percorso di formazione. Quindi io nasco Melissa di Brighid e come tale la porto nel mondo.

5. L'Alveare e i percorsi formativi sono destinati solo alle donne?

Assolutamente no, siete tutte, tutti e tutt* benvenut*. La Grande Madre non divide, ma accoglie e unisce, rimescola e crea creature uniche. Siamo figli e figlie del Suo Grembo e le Sue braccia sono sempre pronte a ricevere. La Dea non è questione di genere, etnia, abilità, provenienza, colore, lingua, preferenze o gusti. Quindi se la tua anima sente un anelito per Brigit-Belisama la porta dell'Alveare è aperta.

6. Cosa significa essere una Sacerdotessa o un Sacerdote della Dea? Il percorso triennale è per tutte e tutti?

Tutte e tutti abbiamo un'immagine più o meno romanzata, romantica e potente, forse eterea e misteriosa, o magari anche spaventosa, della Sacerdotessa. Un'immagine influenzata da miti, leggende, film e serie tv, che magari si fonde e confonde con quella della Maga, della Strega e della Sibilla. Ma cosa significa davvero essere una Sacerdotessa della Dea oggi? 
Intanto partiamo dall'etimologia della parola “Sacerdotessa” (che è la stessa di "Sacerdote"),  il termine deriva dal latino “sacer”(sacro) e “dot” che a sua volta viene dal greco “dot-èos” aggettivo verbale di “di-do-mi” (io do) nel senso di “fare” o “formare”. La Sacerdotessa, o il Sacerdote, è quindi “colei/colui che offre, che porta il sacro, o che rende le cose sacre”. Fermandoci un po’ sulla parola “sacer” scopriamo che essa ha origine dalla radice etrusca “sac” che indica l’energia primordiale, vitale e divina della Terra, dotata di potere creativo e distruttivo insieme, il sacer appartiene a tutti gli elementi. Questa energia era quella che i Sacerdoti e le Sacerdotesse usavano e con cui si rapportavano, erano dunque, in questa ottica, i canali e i contenitori del sacer della Terra.
La Sacerdotessa, o il Sacerdote, è colei/colui che si impegna a guarire se stessa/o, a vivere con saggezza, conoscenza e consapevolezza; che ha sondato i suoi più oscuri misteri, che non ha paura di immergersi nella propria melma interiore o di sporcarsi le mani, ed ha appreso l’equilibrio e la forza interiore necessari a splendere nel mondo con coraggio. E' un ruolo che rende visibili e impegnate/i in prima persona per riportarla nel Mondo e contribuire al cambiamento, co-creando con la Dea stessa, tessendo una realtà differente. La Sacerdotessa, o il Sacerdote, è una guida che con umiltà condivide la propria esperienza e regge la torcia per illuminare la via agli altri e alle altre, consapevole dei propri limiti e della strada che ha ancora da percorrere, conscia/o di essere solo un/a facilitatrice/facilitatore che aiuta ad esperire il sacro, a trovare la propria scintilla divina e il proprio modo per comunicare con la Dea, senza pretendere di snocciolare verità assolute, ma offrendo gli strumenti di ricerca e una torcia per illuminare la via che porta alla conoscenza personale del divino. Una Sacerdotessa, o un Sacerdote sa che è necessario sempre lavorare su di sé, mettendosi costantemente alla prova e in discussione, è in continuo mutamento, in continua crescita e apprendimento. Una Sacerdotessa, o un Sacerdote di Brigit-Belisama incarna i valori di questa meravigliosa Dea. Puoi leggere questo post per approfondire Cosa significa essere Sacerdotessa di Brigit-Belisama
Va da sé che non è una strada adatta a tutte e a tutti, ma si sceglie solo per autentica e profonda vocazione. E' una Via molto impegnativa e trasformativa e non tutte/i sentono questa Chiamata dell'Anima.
Essere Sacerdote-ssa non ci rende migliori o superiori ad altre persone, siamo umane/i e imperfette/i, in cammino come chiunque altra/o, non siamo immuni alla rabbia, alla paura, ai traumi e agli errori, ma ne riconosciamo l'esistenza, la funzione e l'importanza, lavorandoci sopra sempre e cavalcando i nostri draghi interiori, imparando a chiedere scusa, o aiuto quando necessario.
Essere Sacerdote-ssa è un esercizio costante di umiltà e consapevolezza, un ruolo di servizio e cura, che richiede competenze, responsabilità, discernimento, impegno, devozione, coraggio, costanza, disciplina, onestà e integrazione, perché non basta indossare un abito o pronunciare qualche formula d’effetto per definirsi tali, non si “fa” la Sacerdote-ssa, si “è” Sacerdote-ssa, sempre, in ogni istante della vita anche quando si fa la spesa o si pulisce casa, è uno stato dell'Essere, una missione dell'Anima, un modo di vivere. 
La Sacerdotessa e il Sacerdote fanno della propria vita una preghiera, della propria casa uno Spazio Sacro, del proprio corpo un Tempio e del proprio cuore un altare per la Dea, spargendo semi di arte, bellezza, consapevolezza, ispirazione e grazia intorno a sé. E' importante mantenersi fisicamente, energeticamente e mentalmente sane/i ed equilibrate/i per poter lavorare con le altre persone, imparando anche a delegare e a concedersi le giuste pause e ad assecondare i propri bisogni autentici. 
Esistono diversi modi per vivere il proprio sacerdozio e infinite sfumature quante ne suggeriscono i propri talenti e la propria creatività. Per questo ripeto spesso che c’è spazio per tutte e tutti, senza bisogno di competere o farsi le scarpe a vicenda, perché nessuna/o potrà mai fare qualcosa uguale ad un’altra/o. Ovviamente non sto parlando dell’usanza poco etica, scorretta e dannosa di emulare e copiare qualcun’altra/o, o dello spacciare per propri contenuti senza citare le fonti o dar merito alle/ai proprie/propri insegnanti, ma della reale ispirazione e fioritura dei propri doni e della propria missione dell’Anima. Ognuna/o deve trovare la propria dimensione personale di espressione, manifestazione e serenità. C'è chi sceglie di dedicarsi completamente a questa attività, facendone anche un lavoro in grado di dare sostentamento nella vita; c'è chi porta avanti il proprio lavoro "comune" e quello sacerdotale in parallelo e c'è chi invece cerca di unire le due cose, usando le proprie competenze professionali per portare la Dea nel mondo. Esistono Sacerdote-sse avvocat-esse, mediche/i, infermiere/i, consulenti finanziari, artiste/i, artigiane/i, cantanti, guaritrici/guaritori, oracoli, cerimonialiste/i, insegnanti, guide, mentori e così via. Togliti dalla mente un pacchettino già confezionato perché dovrai trovare il tuo modo unico e speciale.

7. Non voglio diventare una Sacerdotessa/ un Sacerdote, ma sono molto legata/o a Brigit, vorrei entrare a far parte dell'Alveare e approfondire la mia conoscenza della Dea, come posso fare?

Oltre al percorso di formazione sacerdotale triennale "La Via delle Melisse di Brigit-Beliama" l'Alveare offre anche un percorso annuale online "Camminando la Ruota di Brigit-Belisama"  e la possibilità di servire come Ape Scintilla, custodendo la Sua Fiamma, richiedendo a Chiara Bridea Malvestiti (trovi i suoi contatti nella sezione del blog "Chi siamo") il portacandela ufficiale, realizzato per noi da LunArt Feoh, che riceverai insieme alla Fiamma di Kildare e alla Fiamma di Brigit-Belisama. 

8. Cosa offrite?

Al di là delle competenze personali che ognuna e ognuno di noi ha acquisito nella vita, come Melisse/i e Sacerdote-sse di Brigit-Belisama offriamo: 
Cerimonie e riti di passaggio; 
Viaggi nell'Altromondo per reperire informazioni utili o recuperare pezzi di Anima; 
Guidiamo le persone in visualizzazioni nei mondi interiori, alla scoperta di Sé; 
Offriamo momenti di contemplazione e preghiera; 
Pratiche devozionali; 
Pratiche di connessione con Madre Terra; 
Purificazioni e benedizioni di persone, luoghi, oggetti, o animali; 
Mentoring spirituale; 
Rituali di magia verde per il benessere della persona;
Rituali di protezione e liberazione; 
Accompagnamento delle anime;
Accoglienza, cura e ascolto attivo;
Sessioni di Oracolo e Incarnazione della Dea, attraverso cui siamo canali per i messaggi della Dea;
Sessione di DivinAzione intuitiva ed evolutiva atta ad offrire messaggi, suggerimenti, spunti di riflessione e possibilità, per poter scegliere consapevolmente dove dirigere la propria vita; 
Guarigione energetica attraverso il Tocco Alchemico di Brigit-Belisama e il potere del Suo Sacro Fuoco e delle Acque del Pozzo;
Portiamo la Dea nel mondo attraverso l'Arte e l'Ispirazione poetica;
Gruppi di custodia della Fiamma;
Percorsi, seminari e laboratori;
Puoi leggere di noi e di ciò che offriamo cliccando qui 👉 Chi siamo
Troverai anche i nostri contatti personali ed essendo sparsi in tutta Italia, riuscirai a trovare chi è più vicina/o a te. 

9. Cos'è la Spiritualità della Dea?

La Spiritualità della Dea  nasce e si sviluppa all’interno del variegato Movimento internazionale della Dea, che sboccia intorno agli anni ‘60 del novecento, con la seconda ondata del femminismo,  e che abbraccia un vasto gruppo di fenomeni sociali e religiosi accomunati da una stessa visione del divino, che vede nella figura della Grande Madre, con le sue infinite sfumature, l’origine di tutto e il suo culto come il più antico dell’umanità.
Punti di riferimento di questo movimento sono filosofe, antropologhe, archeomitologhe, teologhe, sociologhe, studiose  ed ecofemministe come Mary Daly, Merlin Stone, Naomi Goldenberg, Carol Christ, Marija Gimbutas, Starhawk, Kathy Jones, Luciana Percovich, Momolina Marconi, Riane Eisler, ma anche uomini come Robert Graves e Uberto Pestalozza. Attualmente numerose università si stanno occupando del fenomeno e anche l’ambiente accademico si sta aprendo sempre di più alle evidenze archeologiche che ci parlano di un passato lontano molto diverso da quello che ci è stato narrato.
La Spiritualità della Dea non è una, ma molteplice, proprio come la Grande Madre, numerose sono le tradizioni nate al suo interno. 
La Spiritualità della Dea non è una religione, perché priva di dogmi e strutture rigide, condividiamo valori, etica e visione del mondo, ma non abbiamo regole a cui attenerci. La struttura di base a cui ci ispiriamo, non è quella piramidale, tipica della nostra società patriarcale, ma  è quella del cerchio (e della spirale), all’interno del quale non ci sono gerarchie o posizioni di superiorità, ci sono si, dei ruoli differenti, rispettati e riconosciuti, in base ai propri doni, alla propria vocazione, esperienza e formazione, ma ci si rapporta da pari e si onora la dignità e il valore dell’essere umano indipendentemente dal proprio ruolo.
La Spiritualità della Dea è una forma di eco-spiritualità, con componenti animistiche e sciamaniche. E’ una spiritualità attenta alle tematiche ambientali e alla relazione con la Natura, di cui siamo parte in un rapporto di interconnessione e di sacralità. Promuove il ritorno alla ciclicità e all’armonia con i ritmi personali e della Terra, recuperando una dimensione più umana e naturale dell’esistenza.
Promuovere i valori di cura, fiducia, cooperazione, armonia, equilibrio, inclusività, comunicazione non violenta, ascolto attivo e risoluzione pacifica dei conflitti. Ci ispiriamo ai matriarcati esistiti e ancora esistenti nel mondo, cercando di creare delle comunità più sane e sicure . Il matriarcato non è l’opposto del patriarcato. L’etimologia della parola ci parla della sua vera natura, deriva infatti dalla parola greca “arché”, che significa “ origine”, per cui il senso sarebbe “la madre all’origine”. Dunque  non indicherebbe una società centrata sul potere e la superiorità delle donne,  ma una società basata sul principio basilare che tutti e tutte proveniamo dalle madri, quindi le madri sono al centro e si prendono cura del clan, distribuendo le risorse in base alla necessità di ognuno e ognuna e prendendo le decisioni attraverso il metodo del consenso. Non si tratta quindi di un “potere su”, ma di un “potere condiviso”.

La Tradizione Brigidina dell'Alveare si inserisce in questo vasto calderone spirituale, ma ha dei punti di contatto anche con il neo-paganesimo e il neo-druidismo. 
Più in generale rientriamo in quella corrente interconfessionale, che potremmo chiamare Brigidismo, che accoglie tutte le persone, pagane, cristiane, o appartenenti ad altre tradizioni, accomunate dalla devozione, dall'amore e dalla fede nella Dea/Santa irlandese e che si impegnano a portare e custodire la Sua Luce e a curare una relazione intima e profonda con Lei, in quanto fonte di guarigione, ispirazione, trasformazione, protezione, rigenerazione, illuminazione, saggezza e nutrimento per l'Anima.

10. Chi è la Grande Madre?

La Grande Madre è il Grande Mistero, la Matrice Cosmica, la Fonte dell’Esistenza, Ella non esclude e non divide, ma ingloba e unisce, Lei è la matrice originaria, l'unità primigenia. Quello che è nel suo ventre cosmico, ossia tutto ciò che esiste, comprese le polarità, compresi il maschile, il femminile e il non binario che sta nel mezzo, può essere al contempo unito e disgiunto, come la figura del Tao, oppure dell’Infinito, o ancora lo stesso Triskell contenuto all’interno di un cerchio. Le energie, lungi dall'essere fisse o in conflitto, si mescolano e rimescolano in una danza estatica, fonte della Creazione, Distruzione e Rigenerazione, un processo ciclico di cui tutti e tutte siamo compartecipi, noi co-creiamo con Lei, noi siamo in Lei e Lei è in noi, Lei è sia la Creazione che il Creato. 
La Grande Madre, non è qualcosa che ha a che fare solo con le donne, ma con tutto ciò che esiste. In termini umani e metaforici, usando il pensiero analogico, il divino è Madre e Dea perché nel nostro mondo è la donna ad essere portatrice della vita nel suo grembo, ma la madre dà alla luce sia maschi che femmine (e tutte le sfumature intermedie), il suo utero è lo spazio sacro in cui avviene il processo alchemico di fusione tra l'ovulo femminile e lo spermatozoo maschile, il 2 che ritorna 1. Ma il grembo femminile è solo un simbolo che ci aiuta a comprendere il Suo Mistero e il processo di Nascita, Morte e Rigenerazione. E' bene ricordare che il potere creativo e le qualità che noi comunemente definiamo “materne” (cura, nutrimento, accoglienza, sostegno etc.) sono insite in ognuno e ognuna di noi indipendentemente dal genere o dalle preferenze sessuali.
La Grande Madre è Una eppure molteplice, perché come la Natura ha molti volti e innumerevoli nomi. Lei muta nello spazio-tempo con il mutare dei luoghi, dei popoli, della cultura e della nostra capacità di percepirla. Lei si mostra a noi nel modo più comprensibile possibile e noi la interpretiamo secondo i nostri filtri personali. La forma cambia, ma l’essenza resta invariata. 

11. Perché parlate così spesso di Santa Brigida d'Irlanda?

Il culto di Brigit al giorno d'oggi è molto diffuso ed è presente, per quanto ne sappiamo, in Europa, in America e in Australia.
La devozione per Brigit è grande e ha una natura complessa, spesso sincretica e interreligiosa.
Il suo sincretismo millenario con Santa Brigida d'Irlanda, ha permesso alla Dea di sopravvivere e giungere fino a noi, arricchendosi forse di nuovi tratti e sfumature, come sempre è accaduto nella storia dei popoli e delle divinità pagane, anche prima del Cristianesimo, basti pensare alla sua identificazione con Minerva e Giunone ad opera dei Romani. 
Santa Brigida d'Irlanda è un personaggio realmente esistito, la cui fama è stata però tramandata grazie a narrazioni leggendarie e simboliche, piuttosto che bibliografiche (puoi trovare una bellissima raccolta qui sul blog, nella sezione "Leggende di Santa Brigida d'Irlanda, a cura della nostra Sandra Prema), assumendo caratteri quasi divini e fondendosi con le caratteristiche della Dea di cui porta il nome, diventando un anello di congiunzione tra il mondo pagano celtico e il cristianesimo dei primi secoli. Per molte e molti infatti, non c'è differenza tra la Dea e la Santa, rappresentando quest'ultima la manifestazione terrena di un aspetto di Brigit, una sorta di Avatar della Dea. Secondo altre/i sarebbe stato il popolo irlandese, durante il periodo di conversione dell'Irlanda al Cristianesimo, a preservare la loro amata Dea coprendola con il manto della Santa, trasferendo credenze e riti dall'una all'altra.
Bisogna dire però, che non tutte e tutti condividono questo punto di vista, molti neopagani rifiutano categoricamente questa visione e va benissimo così, ma non si può ignorare o negare questo aspetto del suo culto, così vivo e presente ancora oggi. La fusione e confusione delle due figure ha creato dei ponti di pace e dialogo tra due mondi separati, proprio come fece Brigit sposando Bres e unendo così due fazioni in lotta. 
All'interno del nostro Alveare ci sono tante persone che si trovano a proprio agio a lavorare con Santa Brigida e che non percepiscono separazione, conflitto, incongruenza o incoerenza tra la Dea e la Santa, a questo si aggiunge il fatto che per comprendere la Dea, avendo pochi riferimenti storici o mitologici, è molto utile conoscere e analizzare le leggende della Santa cercando di individuare gli elementi pre-cristiani, che sono davvero tantissimi. Per questi motivi sul blog e anche nei nostri percorsi trovate tanti riferimenti a questa figura.

12. L'Alveare è una setta? 

Assolutamente no! Condividiamo valori, pratiche e una certa visione del mondo, siamo una famiglia di anime che si sostiene, ognuno ha la sua funzione, ma non c'è accentramento di potere e ognuna e ognuno viene invitata/o a fiorire, a crescere e splendere nel proprio personale modo e a manifestare i propri talenti e la propria Missione animica. Anche se io ho fondato l'Alveare e ho creato e insegno il percorso sacerdotale triennale, ciò non mi pone ad un livello più alto o privilegiato, non sono migliore di nessuno né sono illuminata o "arrivata", sono in cammino come tutte e tutti gli altri e in costante apprendimento.
Nell'Alveare non c'è una leader carismatico attorno a cui ruota tutto, non ha una struttura di potere piramidale, non viene chiesto a nessuno denaro (se non quello per i percorsi, o le offerte per le cerimonie), né di separarsi dal mondo, abbandonare la propria vita, il proprio lavoro e i propri cari per seguire chissà chi o chissà cosa, non vengono trasmessi dogmi o regole a cui sottostare, non viene minata o limitata la libertà di scelta e azione delle persone, non ci sono tentativi di manipolazione o di controllo sulla persona. Infine, ognuna e ognuno è libera/o di lasciare il gruppo o il percorso in qualsiasi momento, senza alcuna ripercussione psicologica.
Scegliere di seguire il percorso sacerdotale non significa cedere il proprio potere, o delegare all'insegnante la propria crescita ed evoluzione, o pretendere che siano altri a scegliere per noi, a guarirci, ad aggiustarci la vita o cose del genere. Il percorso sacerdotale è una via di responsabilità, impoteramento, integrità, auto-ascolto, auto-analisi, auto-coscienza, presa di consapevolezza ed espansione. Io come guida accompagno, sostengo, condivido la mia esperienza e gli strumenti che conosco e che funzionano per me, per permettere alla persona di camminare da sola, nel proprio modo e con i propri tempi, agevolando o facilitando il processo di esplorazione e crescita personale e spirituale. Il tutto sostenuto da una cerchia di persone che offre uno spazio sicuro e accogliente in cui potersi esprimere. La cerchia, in un percorso del genere, ha un po' la funzione di un calderone, contiene, tiene al sicuro e offre lo spazio e gli ingredienti per il processo di trasformazione ed evoluzione, che a volte può essere molto doloroso e difficile.

13. Perché il percorso sacerdotale non è in presenza?

Inizialmente la scelta è avvenuta semplicemente per una questione pratica, non avendo una sede fisica dove ospitare le persone ed essendo relegati in casa a causa della pandemia, ma in questi anni ho riflettuto a lungo su questo argomento. Conosco molto bene i vantaggi e la bellezza della pratica in presenza e in gruppo e comunque la consiglio sempre caldamente, ma in questo lasso di tempo ho imparato ad apprezzare anche l'utilità di Internet, che se usato nel modo migliore risulta uno strumento prezioso per annullare le distanze e raggiungere anche chi non può spostarsi. 
Il mio rapporto con Brigit è stato fin dall'inizio molto intenso e sono sempre stata mossa dal desiderio di condividere, di portarla nel mondo. Lei mi spinge a creare ponti, a creare possibilità e non ostacoli. Anche per questo, nonostante io abbia creato questo percorso, continuo a scrivere, a lasciarmi ispirare per offrire contenuti disponibili a tutte e tutti, qui sul blog, ma anche sui social, per permettere a chi vuole di avvicinarsi a Lei. 
Detto questo vien da sé che per me anche il tema dell'inclusività è fondamentale e non intendo inclusività riferita solo alla comunità LGBTQIA+ ma anche alle disabilità. E' stata mia cugina a farmi riflettere involontariamente su questo, lei è nata con la spina bifida e un giorno raccontandomi una sua esperienza mi sono detta: 
"Cavolo, ma se dovesse contattarmi una persona nella sua stessa situazione esprimendomi il desiderio di fare il percorso perché sente una grandissima vocazione, ma avesse difficoltà a muoversi, cosa farei? E' vero, fino ad ora non è mai successo, ma non voglio assolutamente ritrovarmi a dirle NO, NON PUOI perché dovresti venire qui tot. di volte, la sala non è attrezzata e cose così!" 
E allora è stato tutto chiaro e la mia scelta non poteva che tener conto anche di queste eventualità. 
Sono sempre stata convinta che non sono io a dover decidere chi merita o meno di intraprendere la via del sacerdozio, non è mio compito, io sono qui per reggere la torcia e guidare, senza giudizio di valore, conscia del fatto che ognuna/o ha il suo viaggio da fare e le sue sfide da affrontare. Con il tempo mi sono resa conto che è il percorso stesso ad effettuare una selezione, chi sente che questo sentiero non è adatto a sé di solito va via entro il primo anno e mezzo. Inoltre, ho fiducia nella Dea e so che è Brigit stessa a richiamare a sé le persone e a formare i gruppi di pratica, per motivi che io posso solo intuire in corso d'opera, ma mai cogliere a pieno, è Lei la Tessitrice ed è Lei a conoscere tutta la Tela. 
Per cui ho scelto di mantenere la formula online e mista (una parte in presenza e una parte online), che spero comunque di affiancare a quella in presenza quando sarà possibile, lasciando però sempre la possibilità a chi è fortemente motivata/o ed è spinta/o dalla Fiamma di Brigit a seguire questa Via anche se impossibilitata/o a muoversi per problematiche fisiche o di altro genere.
Non ci devono essere barriere per chi sente di voler servire la Dea. Gli unici requisiti necessari per iscriversi sono la sanità e l'equilibrio mentale, la vocazione autentica, la determinazione, l'impegno e la voglia di mettersi in gioco e di far parte di un gruppo che è casa e sostegno. Ogni cerchia che si forma è un po' una famiglia e in famiglia non si lascia indietro nessuno solo perché in difficoltà. Brigit insegna la compassione, l'amore, l'accoglienza, la generosità, l'umiltà, il rispetto e il prendersi cura.
Questo ben inteso è il mio pensiero e il mio sentire, che può non essere condiviso e possono essere fatte altre scelte, che sono comunque valide e basate su motivazioni differenti e va benissimo così, c'è spazio per tutte e tutti anche in questo caso, la varietà è una ricchezza. 

14. Esistono altri percorsi o Templi in Italia?

Al di là dell'Alveare italiano di Brigit-Belisama e dell'associazione culturale Kaíla Maatreís di cui fa parte, esistono tante realtà legate alla Spiritualità della Dea e non solo. Ma prima di proseguire vorrei ricordarti che se desideri formarti come Sacerdotessa di Avalon, esiste il percorso triennale offerto direttamente dal Goddess Temple di Glastonbury (UK) creato da Kathy Jones. Il Goddess Temple offre anche tante altre proposte formative e numerose sono le Sacerdotesse formatesi lì che a loro volta hanno creato trainings sacerdotali e Templi nel mondo. Ti lascio il link Goddess Temple Teachings
Per dovere di cronaca voglio farti presente che esistono anche altre Tradizioni Avaloniane, si tratta di collegi quasi esclusivamente femminili. Tra le più famose c'è quella del “Chalice Centre” fondata da Mara Freeman, una druidessa che vive in Galles, chalicecentre.net; l’Avalon Druid Order, www.avalondruidorder.org e la Sisterhood of Avalon, fondata da Jhenah Telyndru, che in Italia ha come punto di riferimento il sito Ynis Affalach Tuath, In Italia esiste anche un gruppo di studio prevalentemente femminile che si chiama I Meli di Avalon

Veniamo ora a noi. In Italia esistono diverse associazioni, Templi e offerte formative che ruotano intorno alla Spiritualità della Dea:

Tempio della Grande Dea di Roma, fondato da Maya Vassallo di Florio, che propone il percorso sacerdotale Sacerdotessa del Mare, Sacerdotessa di Afrodite e della Sessualità Sacra

Tempio della Grande Dea Serpente, a Conegliano (TV), fondato da Nicla dell'Edera e Morgana Marco Vettorel, che offre diverse proposte formative, tra cui un percorso sacerdotale di 3-4 anni, ed è dedicato alla Dea Serpente in generale e a Hekate e Athena nello specifico. La loro caratteristica principale è quella di fondere elementi di Spiritualità della Dea, Core-Shamanism e Stregoneria.

Tempio della Dea di Torino, fondato da Sarah Perini, che offre numerosi percorsi, tra cui quello sacerdotale dedicato a Diana. Il Tempio collabora con altre realtà e ospita anche i percorsi di altre insegnanti e Sacerdotesse italiane (Federica Carmana, Giusy Aportone, Sonia Desiderio, Federico Bottigliengo, Gessica Occhionero, Valentina Braghieri, Luciana Percovich etc.) e internazionali (Katinka Soetens, Marion Brigantia e Kathy Jones).

Tempio di Atlantide della Grande Dea del Mediterraneo Stella Maris, in Sardegna, fondato da Sonia Desiderio, che offre un percorso sacerdotale "Sacerdotessa Atlantidea della Dea Jana Stella Maris"

Tempio internazionale della Dea di Milano, fondato da Anna Travelling Priestess, che offre numerosi corsi e percorsi online e in presenza, tra cui il percorso biennale "Sacerdote-ssa della Dea sulla Ruota di Morgan Le Fay".

Tempio di Cerridwen, fondato da Sara Dissette.

Laura Ghianda offre diversi percorsi di Empowerment Femminile, Teasofia e Spiritualità radicata.

Il Focolare dell'Essere di Debora Augustoni, che offre tante proposte dedicate al Sacro Femminino.

Tempio della Madre Oscura di Firenze, fondato da Elena Tolomeo.

Giorgia Farano de Il Fuso della Strega, che offre online il percorso "Il Sentiero del Bosco d'Argento".

Tempio della Sibilla, fondato da Chandani Alesiani, che offre numerosi corsi e percorsi di sessualità sacra, spiritualità radicata, incarnazione del femminino selvaggio e tanto altro.

Il Sentiero delle Antiche Madri di Annalisa Motta, che offre numerosi corsi e percorsi di connessione con Madre Terra e di Erboristeria Ancestrale.

Danzando la Ruota dell'Inclusione e La Grotta del Cuore di Alessandra Prema De Salvo e Dario Macioci, che offrono incontri e corsi online di meditazione e contemplazione e percorsi sulla Spiritualità Inclusiva della Grande Madre.

Se invece sei interessata/o al Neo-druidismo, in Italia puoi iscriverti al corso online dell'OBOD Italia (Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi) e chiedere informazioni a Stefano Taran Alessi, fondatore del Clan del Nocciolo, oppure al Cerchio druidico italiano, fondato da Ossian D'Ambrosio, o infine puoi scegliere di rivolgerti al Collegio Druidico Nazionale

Se è la magia della Wicca mixata con elementi sciamanici ad interessarti, ti suggerisco la Tradizione del Tempio di Ara, fondata da Phyllis Curott, oppure la Tradizione Dianica-Faerie Faith, da pochissimo approdata in Italia, oppure ancora potrebbe interessarti la Spiritualità Dianica, che però è esclusivamente femminile e il punto di riferimento nel nostro paese è Cristina Pandolfo, che ha fondato l'organizzazione spirituale Domina Lunae. 
La Wicca in Italia è una religione neo-pagana in forte crescita e vanta la presenza di diverse Tradizioni, Gruppi, Associazioni e Coven, ma il punto di riferimento principale è di sicuro il Circolo dei Trivi, che ha sede presso il Tempio della Luna di Milano, ma conta numerosi membri e gruppi di studio sparsi su tutto il territorio italiano. Il mondo neo-pagano italiano è molto vasto e complesso e non è certo questo il contesto per esplorarlo né è mio compito farvi una lista di tutto ciò che esiste, anche perché non ne sarei capace, ma volevo lasciarti qualche indicazione per poterti orientare. 

Se invece ciò che ti chiama è un approccio più globale alla figura della Dea, posso suggerirti la Fellowship of Isis fondata da Olivia Robertson, che ormai vanta diversi esponenti anche in Italia, il sito di riferimento italiano è la Compagnia di Iside.

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