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venerdì 5 dicembre 2025

San Nicola e i Krampus


I Krampus sono tra le figure più affascinanti e simbolicamente dense del folklore alpino. La loro presenza durante il periodo di San Nicola non è solo folclore “spaventoso”, ma un vero e proprio dramma rituale che mette in scena dinamiche simboliche molto antiche, intrecciate con elementi cristiani più recenti.
I Krampus sono figure selvagge e bestiali del folklore delle Alpi (soprattutto Austria, Sud Tirolo, Baviera, Slovenia). Appaiono il 5 dicembre, la notte di San Nicola (Nikolausabend), chiamata anche Krampusnacht.
Nelle tradizioni locali hanno corna, maschere spaventose, campanacci, catene; corrono nelle strade e “spaventano” simbolicamente le persone e accompagnano o precedono San Nicola, che invece incarna la benevolenza.
Ma questa superficie spettacolare nasconde una simbologia più profonda.
I Krampus rappresentano la forza oscura, selvaggia e caotica dell’inverno, incarnano l'Ombra invernale;  la notte più lunga che si avvicina; la paura dell’ignoto; l’istinto predatorio e animalesco che vive in ogni essere umano; l’energia non civilizzata della Natura. Sono una personificazione rituale di ciò che la comunità teme e che, proprio per questo, mette in scena per esorcizzarlo e integrarlo. Non è infatti un caso se nella tradizione dell'Italia meridionale non si siano sviluppate credenze e ritualità simili legate a questo periodo. Le tradizioni solstiziali del Meridione sono in un certo senso più "dolci e calde", probabilmente proprio per il clima invernale più mite e meno "pericoloso".
Ma torniamo ai Krampus, molti studiosi vedono in essi una sopravvivenza di antichissime mascherate pagane che raffiguravano spiriti dell’inverno; mostri delle foreste innevate; entità liminali che abitano i confini tra il mondo umano e quello selvatico.
L'arrivo dei Krampus dà avvio al periodo dell’anno in cui il confine tra i mondi si assottiglia, molto prima di Yule.
Le “frustate” simboliche o gli scherzi dei Krampus non sono mai crudeli in senso reale: servono a ricordare che l’essere umano deve purificarsi dai comportamenti disordinati prima dell’arrivo della luce e della benedizione.
Le parate dei Krampus sono un rito di disciplina, purificazione e preparazione alla visita del Santo. 
Il loro rapporto tra queste figure e San Nicola non è casuale: è un simbolo straordinario del duale sacro, molto simile alle antiche coppie dio/demone, inverno/estate, oscurità/luce. 
San Nicola è la Luce che sta per rinascere, il dono, l'ordine, la benevolenza, la giustizia e la protezione dei deboli.
I Krampus sono l'Ombra, la prova, il caos e la purificazione attraverso la paura ritualizzata.
Insieme formano un rito di integrità, infatti non arrivano mai separati, l'uno non può esistere senza l'altro e questo ci mostra che la luce redentrice (San Nicola) necessita della purificazione e della prova (Krampus); il dono richiede il riconoscimento dell’ombra; la comunità deve affrontare l’inverno prima della rinascita.
La notte dei Krampus è in definitiva una forma di psicodramma collettivo: invita a guardare l’ombra perché si possa accogliere la luce e sul piano simbolico mette ordine nell’inconscio; offre una scarica rituale delle paure; invita a non ignorare le parti rimosse di sé; prepara la comunità al ritorno della luminosità solstiziale. È un rito di equilibrio, dove luce e ombra entrano nella comunità insieme, armonizzandosi.

Parliamo adesso di San Nicola. Storicamente era vescovo di Myra, in Licia (attuale Turchia) vissuto tra il III e il IV secolo d.C. Era noto per i suoi atti di carità, la difesa dei deboli, i miracoli attribuiti alla sua intercessione, la liberazione di persone ingiustamente condannate e la protezione dei bambini e dei marinai. La sua fama di protettore e donatore anonimo vive nelle storie in cui lascia segretamente denaro alle famiglie povere ed è questa immagine benevola ad entrare nei rituali cristiani del Medioevo.
A livello popolare, già nel medioevo, la sua festa (6 dicembre) si sovrappose a tradizioni preesistenti legate al periodo solstiziale. Per questo diventa visitatore notturno, dispensatore di doni, figura giudicante (buoni/cattivi) e patrono dei giovani. Per diversi studiosi San Nicola è la figura cattolica che si cela dietro il personaggio di Babbo Natale. La sua visita però non è solo un gesto religioso: rappresenta un rito di passaggio invernale, preludio alle feste di Natale e del Solstizio.
Molti studiosi notano forti parallelismi tra San Nicola e Odino e accostano le parate dei Krampus alla Caccia Selvaggia guidata da Wotan/Odino. 
Nicola diventa quindi il “volto cristianizzato” della visita dell’antica divinità dell’inverno, purificatore e giudice.
Ma prima ancora di Odino, molte culture alpine avevano personaggi simili: vecchi del gelo, spiriti delle montagne, guide tra il vecchio e il nuovo anno e il Santo sembra ereditare le caratteristiche di tutte queste figure, diventando colui che entra nelle case, benedice e ristabilisce l’ordine.
San Nicola incarna il modello dell'archetipo indoeuropeo del "vecchio saggio", un anziano benevolo, con barba bianca, portatore di conoscenza, giudizio e doni, simbolo dell’antenato protettore che appare nel tempo liminale dell’inverno. San Nicola è l’ultimo volto cristianizzato di questo archetipo.
Simbolicamente San Nicola porta ordine nel caos, come abbiamo già detto; è un giudice che però non punisce direttamente (lo fa il Krampus), ma distingue, educa, ristabilisce equilibrio e premia ciò che cresce. Il suo Dono non è mai una semplice ricompensa, ma un atto di rinnovamento, rinascita, speranza e rigenerazione comunitaria. Porta un seme di luce nel punto più scuro dell’inverno.

Esistono diversi riti, gesti propiziatori e pratiche popolari legate alla notte dei Krampus (5 dicembre) e al passaggio di San Nicolò: alcuni sono documentati nelle regioni alpine, altri sono ricostruiti dagli antropologi come residui di antichi riti invernali precristiani. Vediamone qualcuno:

🐾 Le Krampusläufe (le “corse dei Krampus”)

Sono la forma più nota e ancora viva: uomini mascherati da Krampus percorrono le strade, entrano nelle case o nei cortili, “spaventano” simbolicamente le persone, purificano con rumore, campanacci e movimenti caotici.
La loro funzione simbolica è scacciare gli spiriti dell’inverno e “ripulire” l’aria da sfortuna e pigrizia prima dell’arrivo del Santo.

🕯️ La visita di San Nicolò

La notte del 5 (o la mattina del 6) San Nicolò porta doni ai bambini, ricorda le regole morali o comunitarie, benedice la casa.
La presenza congiunta di Krampus e Santo è già essa stessa un rito: la prova e poi la benedizione come abbiamo già visto.

🔔 Il suono dei campanacci come protezione

I Krampus indossano campanacci grandi (per “chiamare” e “spaventare”) e campanelle più piccole (per confondere gli spiriti).
Nelle credenze popolari alpine il rumore forte tiene lontani spiriti vaganti e presenze del “tempo delle ombre”.

🔥 Cenere o carbone come amuleto

La cenere o piccoli pezzi di carbone lasciati dal Krampus venivano raccolti e messi dietro la porta, conservati per l’inverno e a volte gettati sui campi.
Rappresentavano la fertilità, la protezione contro il malocchio e la forza del fuoco nel cuore dell’Inverno.

🧹 Scacciare il “cattivo dell’anno”

Al passaggio dei Krampus le famiglie aprivano porte e finestre, scuotevano coperte o grembiuli verso l’esterno e sbattevano pentole o bastoni.
Si tratta di gesti magico-apotropaici per mandare via stagnazione, pigrizia, disordine e malattie.

🌾 Lasciare un’offerta fuori dalla porta

In alcune zone si lasciava un piattino di latte, pane o mele, oppure una ciotola d’acqua. Non era destinato al Santo, ma ai suoi “accompagnatori selvaggi”.
Questa è una tradizione residua delle offerte agli spiriti invernali del bosco.

🕯️ Accensione della “candela del coraggio”

Nelle case con bambini, si accendeva una candela vicino alla finestra, o alla porta come simbolo di protezione contro le paure notturne, ma anche gesto per “guidare” San Nicolò verso la casa.

Per questa notte vi propongo un rito breve e semplice per accogliere l’Ombra, purificarsi e prepararsi alla rinascita della Luce.

✦ Occorrente:
una candela (bianca o rossa);
un campanellino o un oggetto che possa fare un suono metallico leggero;
un rametto secco (simbolo del bosco invernale);
un bicchiere d’acqua o una piccola ciotola.

✦ Svolgimento:
Predisponete un piccolo altare con gli oggetti sopra elencati.  Accendete la candela e dite:

“In questa notte in cui le ombre camminano,
onoro ciò che temevo e accolgo ciò che mi custodisce.”

Fate un respiro profondo. Prendete il rametto secco tra le mani.

“Krampus antico, spirito selvaggio dell’Inverno,
mostrami la mia ombra senza farmene schiava.
Purifica ciò che deve cadere,
affinché io possa rinascere alla luce.”

Passate il rametto sopra il corpo, come per “spazzare via” pesi e paure e prendetevi del tempo per meditare e visualizzare ciò che deve cadere ed essere purificato.
Riponete il ramo a terra o in una ciotola.
Suonate il campanellino una o tre volte. Poi ponete una mano accanto alla fiamma della candela.

“San Nicola (potete usare anche Dio, Antico o Nonno dell'Inverno) benevolo, portatore di dono e ordine,
illumina il sentiero che l’ombra ha rivelato.
Fa’ che io percorra il cammino con cuore retto e mente limpida.”

Intingete un dito nell’acqua e traccia il simbolo dell'infinito sulla fronte o sul cuore.

“Luce e Ombra si incontrano in me.
Io sono il ponte, io sono il passaggio.
Nella quiete dell’inverno, io mi ritrovo.”

Quando siete pronte/i e sentite che è tempo di chiudere, ringraziate e spegnete la candela con gratitudine.

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