Chi segue l'Alveare o il mio profilo personale sui social, sa che ho deciso di allontanarmi da essi da un po' di tempo e mi è stato chiesto ovviamente il motivo, quindi era da un po' che volevo prendermi del tempo per rispondere in modo approfondito. Ho scelto di scrivere qui nella speranza che le mie riflessioni possano essere di utili anche per altre persone.
Tutto è iniziato qualche mese fa quando ho assistito ad una shitstorm ai danni di una mia amica e questa cosa mi ha toccata talmente tanto nel profondo da smuovere una catena di riflessioni che mi hanno portato alla decisione finale. Queste modalità così brutali, infantili e dannose, che purtroppo molto comuni sui social, sono delle moderne cacce alle streghe, solo più meschine e subdole perché spesso si insinua e si butta merda senza fare nomi, consapevoli però che il soggetto in questione è facilmente riconoscibile, senza dare però la possibilità alla persona in questione di controbattere, difendersi o tutelarsi, perché non è nominata direttamente.
Sul momento mi sono chiesta: "Se queste cose capitano anche nella mia bolla, fatta di persone che mi sono affini, che, almeno in teoria, dovrebbero condividere valori simili, che hanno fatto o stanno facendo percorsi spirituali seri, cosa cavolo succede al di fuori? Quanto ci stiamo disumanizzando? Se anche nel nostro ambiente si attuano dinamiche tossiche di questo tipo, che ledono la dignità e la reputazione di una persona, solo per un'interpretazione personale, dove vanno a finire il rispetto, la coscienza e la consapevolezza, la comunicazione non violenta, l'intelligenza emotiva, la compassione, il valore del silenzio, dell'osservazione attenta, della parola giusta e pesata? Dove va a finire la saggezza di formarsi un pensiero ed eventualmente di esprimerlo, solo quando si conosce davvero una situazione e non per sentito dire, o per un istinto superficiale di pancia? Che badate bene, è molto diverso dall'intuito. Ma soprattutto, dove va a finire questa benedetta Sorellanza di cui tutte e tutti ci riempiamo la bocca a profusione? Che ruolo hanno i social nel creare e alimentare queste dinamiche e questi modelli di pensiero e di azione?"
Da qui ho iniziato ad osservare me stessa e il modo in cui i social hanno effetto su di me e quello di cui mi sono resa conto non mi è piaciuto per niente, nonostante io mi sia sempre tenuta fuori da queste dinamiche, anche quando qualcuno ha tentato in passato di coinvolgermi e il mio scopo è sempre stato solo quello di condividere.
Premetto che conosco bene i lati positivi dei social: connetterci al di là della distanza, farci incontrare, condividere interessi e informazioni, farsi conoscere. Ma il problema è che, come sempre accade purtroppo e lo stiamo vedendo anche con l'IA, sembra davvero che la nostra specie non sia in grado di usare la tecnologia in modo sano ed equilibrato, perché scegliamo sempre di farne un uso malsano e stupido. Questo è chiaramente specchio della nostra società, perché tutto è collegato, è un cane che si morde la coda, non si scappa.
Quindi da strumenti di connessione e comunicazione, i social sono diventati una gabbia che ci isola sempre di più, disconnettendoci dalla realtà, dalle relazioni vere, dalla nostra umanità e dalle nostre capacità empatiche. Ciò ha reso i social un vomitatoio di disagi, dove non esistono più limiti, dove la persona che hai di fronte quasi non esiste o non ha valore, perde di consistenza, perché non la si percepisce più come un'individuo, non vediamo i suoi occhi, non empatizziamo più, quindi tutto è concesso...ed è lo schifo più totale. Ci stiamo bevendo il cervello, stiamo perdendo le nostre facoltà cognitive, non è un caso se assistiamo ad un dilagare di analfabetismo funzionale ed emotivo.
I social falsano la nostra percezione della realtà e ci rubano davvero tanto tempo ed energia, inoltre con l'IA che migliora ogni giorno di più, sta diventando sempre più difficile distinguere la realtà dalla finzione. Chiaramente io ammiro tantissimo chi riesce a usare i social solo quando serve e in maniera misurata, sarebbe l'ideale per tutte e tutti, ma non è il mio caso, mi sono resa conto infatti di quanto fossi dipendente da essi. Come dicevo prima, ho iniziato ad osservarmi e mi sono accorta di quanto usassi il cellulare.
Ogni volta che avevo un momento di vuoto o noia, oppure mi veniva una domanda o una curiosità, la prima cosa che facevo automaticamente era prendere il telefono aprire le app e scorrere senza scopo (dimenticando magari anche di cercare ciò che mi aveva incuriosita) e i minuti si trasformavano a volte in ore, come se fossi ipnotizzata dallo schermo. Il risultato era poi stanchezza e confusione mentale ed emotiva, emozioni e pensieri non miei, o comunque appesantiti (per carità, noi siamo sempre influenzati dall'ambiente in cui viviamo, ma nel caso dei social avviene proprio una manipolazione, spesso voluta e pilotata), memoria sempre più labile, impegni rimandati, incapacità di concentrarmi, disturbi del sonno e soprattutto desiderio di ricominciare, una vera e propria droga. Ho quindi deciso prima di tutto di cancellare le app di Facebook e di togliere quella di Instagram dalla schermata principale e ci sono stati dei cambiamenti incredibili. Non vedendo le app, non le aprivo e non aprendole non prendevo più neanche il telefono, se non quando mi ricordavo. Ho iniziato a guadagnare tempo, a sentire meno ansia, a rallentare, senza più quell'agitazione da iperstimolazione e da performance e ad essere più presente. Quel vuoto noioso è tornato ad essere ciò che è, un fertile campo di ispirazione e pace. Ho poi iniziato anche a spegnere il telefono dopo le 20 di sera e limitarne l'uso nei giorni festivi. E' migliorata la qualità della mia vita e anche delle mie relazione. Sulla memoria faccio ancora acqua da tutte le parti, ma sono più concentrata e dormo meglio, ho più tempo per me stessa e per ciò che amo fare. Facendo questa esperienza ho deciso di non tornare indietro, ho bisogno della vita vera e ci sono altri modi per restare in contatto e informarsi, modi più lenti e umani:
- whatsapp (con moderazione);
- email (non dimenticarti di iscriverti alla nostra Newsletter per restare aggiornata/o);
- YouTube (che anche essendo un social ha dinamiche differenti);
- blog e siti internet (esercitando sempre il discernimento e accertandosi della veridicità delle notizie nel caso di siti d'informazione);
- lettere (quanto mi piacerebbe tornare a scrivere, esercitando la pazienza della dolce attesa della risposta);
- telefonate e videochiamate (anche qui però raramente, perché non amo parlare a telefono 😝);
- vedersi e incontrarsi quando possibile (sempre la scelta migliore).
Ora il mio prossimo passo sarà quello di tornare a scrivere a mano, perché da quando ho iniziato ad usare il pc, ho iniziato a scrivere sempre meno e peggio manualmente (e io avevo una scrittura bellissima). Sospetto che anche questa cosa abbia a che fare con la velocità e la fretta. Viviamo in un era in cui corriamo continuamente e non abbiamo più pazienza, non siamo in grado di aspettare, anche per questo preferiamo la scrittura digitale perché è più rapida. Mi rendo conto anche di quanto, affidandoci sempre alla tecnologia, stiamo perdendo abilità manuali, oltre che cognitive e questo è un grande danno che stiamo facendo a noi stesse/i. Quanto bisogno abbiamo di tornare alle arti e ai mestieri e di rallentare, uscendo fuori da questa ruota del criceto!!!
Spero che queste mie riflessioni ed esperienze possano esserti utili 😉
Benedizioni
Alma
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